Da sempre sono affascinata dai mondi
che un libro è capace di spalancare.
I libri sanno essere buoni compagni di viaggio
ed ottimi maestri.
Non so se succede anche a voi, ma io i libri 'li incontro'.
Quando desidero leggere
lascio che sia il libro a trovarmi!
Anche se entro in una libreria
non ragiono sul cosa sia adatto o meno: mi lascio muovere dall'intuito e... non sbaglia mai!
Ho sempre (o quasi sempre!) letto
il libro giusto al momento giusto.
E' capitato raramente, ma ci sono stati libri che non hanno risuonato con me alla prima e che poi si sono palesati in altri tempi mostrandomi la loro piccola luce.
Su questo tema poi ci sono due scuole di pensiero, nella mia memoria.
Quella di mio nonno che ha sempre detto che i libri vanno letti fino alla fine, altrimenti non puoi sapere se poteva piacerti o meno (bisogna dare una chance allo scrittore fino alla fine!) e quella del mio padre spirituale che affermava, parafrasando una celebre frase di Massimo Troisi 'io sono uno, loro (i libri) sono tanti, quindi bisogna anche sapere cosa non leggere'.
Ad ognuno la sua libera scelta!
Uno dei libri INDIMENTICABILI per ciò che in me ha ricordato
è 'Il piccolo principe' di Antoine de Saint-Exupéry.
Tutti lo conoscono.
Un libro per tutti i grandi che sono stati bambini e lo hanno dimenticato.
Oggi vi propongo il capitolo 5, il dramma dei baobab.
Non date per scontato di averlo letto e di sapere di cosa parla!
Io l'ho letto centinaia di volte, anche al mio Francesco mentre era nella mia pancia, eppure ieri sera, mentre Antonio (il mio sposo e il papà dei miei figli) leggeva questo capitolo all'ormai grande Francesco, cinque anni e mezzo, bè, l'ho ascoltato come fosse la prima volta ed ha aperto in me nuove riflessioni.
Eccolo a voi...
Il Piccolo Principe, capitolo V
<<Ogni giorno imparavo qualche cosa sul pianeta, sulla partenza, sul viaggio.
Veniva da se', per qualche riflessione.
Fu cosi' che al terzo giorno conobbi il dramma dei baobab.
Anche questa volta fu merito della pecora, perche' bruscamente il piccolo principe mi interrogo', come preso da un grave dubbio:
"E' proprio vero che le pecore mangiano gli arbusti?"
"Si, e' vero".
"Ah! Sono contento".
Non capii perche' era cosi' importante che le pecore mangiassero gli arbusti.
Ma il piccolo principe continuo':
"Allora mangiano anche i baobab?"
Feci osservare al piccolo principe che i baobab non sono degli arbusti, ma degli alberi grandi come chiese e che se anche non avesse portato con se' una mandria di elefanti, non sarebbe venuto a capo di un solo baobab.
L'idea della mandria di elefanti fece ridere il piccolo principe:
"Bisognerebbe metterli gli uni su gli altri..."
Ma osservo' saggiamente:
"I baobab prima di diventar grandi cominciano con l'essere piccoli".
"E' esatto! Ma perche' vuoi che le tue pecore mangino i piccoli baobab?"
"Be'! Si capisce", mi rispose come se si trattasse di una cosa evidente.
E mi ci volle un grande sforzo d'intelligenza per capire da solo questo problema.
Infatti, sul pianeta del piccolo principe ci sono, come su tutti i pianeti, le erbe buone e quelle cattive.
Di conseguenza: dei buoni semi di erbe buone e dei cattivi semi di erbe cattive.
Ma i semi sono invisibili.
Dormono nel segreto della terra fino a che all'uno o all'altro pigli la fantasia di risvegliarsi.
Allora di stira, e sospinge da principio timidamente verso il sole un bellissimo ramoscello inoffensivo.
Ma se si tratta di una pianta cattiva, bisogna strapparla subito, appena la si e' riconosciuta.
C'erano dei terribili semi sul pianeta del piccolo principe: erano i semi dei baobab.
Il suolo ne era infestato. Ora, un baobab, se si arriva troppo tardi, non si riesce piu' a sbarazzarsene.
Ingombra tutto il pianeta. Lo trapassa con le sue radici.
E se il pianeta e' troppo piccolo e i baobab troppo numerosi, lo fanno scoppiare.
"E' una questione di disciplina", mi diceva piu' tardi il piccolo principe.
"Quando si ha finito di lavarsi al mattino, bisogna fare con cura la pulizia del pianeta. Bisogna costringersi regolarmente a strappare i baobab appena li si distingue dai rosai ai quali assomigliano molto quando sono piccoli.
E' un lavoro molto noioso, ma facile".
"E un giorno mi consiglio' di fare un bel disegno per far entrare bene questa idea nella testa dei bambini del mio paese.
"Se un giorno viaggeranno ", mi diceva, "questo consiglio gli potra' servire.
Qualche volta e' senza inconvenienti rimettere a piu' tardi il proprio lavoro.
Ma se si tratta dei baobab e' sempre una catastrofe.
Ho conosciuto un pianeta abitato da un pigro.
Aveva trascurato gli arbusti..."
E sull'indicazione del piccolo principe ho disegnato quel pianeta.
Non mi piace prendere il tono del moralista.
Ma il pericolo dei baobab e' cosi' poco conosciuto, e i rischi che correrebbe chi si smarrisse su un asteroide, cosi' gravi, che una volta tanto ho fatto eccezione.
E dico: "Bambini! Fate attenzione ai baobab!"
E per avvertire i miei amici di un pericolo che hanno sempre sfiorato, come me stesso, senza conoscerlo, ho tanto lavorato a questo disegno.
La lezione che davo, giustificava la fatica.
Voi mi domanderete forse: Perche' non ci sono in questo libro altri disegni altrettanto grandiosi come quello dei baobab?
La risposta e' molto semplice:
Ho cercato di farne uno, ma non ci sono riuscito.
Quando ho disegnato i baobab ero animato dal sentimento dell'urgenza>>.
Oggi, alzandoti per cominciare la tua giornata,
e sempre, ogni mattina, poni attenzione
a se una radice sta sospingendo verso il sole un bellissimo ramoscello inoffensivo.
Potrebbe essere un baobab capace
di far esplodere il tuo pianeta!
La nostra mente è piena di queste radici.
Poni disciplina nel sradicarle e,
mantra dopo mantra (è questo il ruolo della parola ripetuta),
lascia andare i pensieri che non sono utili alla tua bellezza
o che le sono addirittura dannosi.
Lo devi al bambino che sei stato
e sei ancora nel profondo di te.
Buon Giorno,
Marianna
P.S. Post particolarmente dedicato alla mia amica di sempre, Annarita Rinaldi,
la psicologa del nostro Medit-ire,
che mi ha donato questo libro, molti anni fa,
e ne ha condiviso con me ogni pagina.
Con stima, affetto e gratitudine
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