venerdì 28 giugno 2019

Essere presenti


L'aria stamattina è un distillato di infinito.
Gli odori, al risveglio, fanno presente il mio uomo che è già al lavoro.
E poi, prima della meditazione, la freschezza di questo inizio giornata mi porta l'aroma del quotidiano di nonno, delle camelie e del caffè di nonna.
E sento che non c'è nessuna separazione.
Né di tempo, né di spazio.
Neanche la morte può separare davvero ciò che non è separabile.
In questo istante il mondo di ieri, di oggi, di domani è Uno.
In questo istante mio fratello è ovunque ci sia un uomo.
A Lampedusa come altrove.

Forse è tempo di finirla con questa farsa dell'altro che non mi riguarda,
del dopo,
dell'altrove.
Tutto è qui, ora. Vicino. Mio.

C'è una icona tanto cara alla tradizione cristiana.
È la Trinità di Rublev che è detta anche "accoglienza dello straniero" (philoxenìa).
Il Dio cristiano è sostanzialmente amore allo straniero perché in Dio lo straniero è l'uomo che diventa figlio.

Forse è tempo di finirla anche di dirsi cristiani se non lo si è.
Impugnare rosari o crocifissi non dice nulla.
Abbracciare l'unanimità è il segno distintivo della fede.

Se solo imparassimo ad essere presenti
a questo istante che è Uno
non ci sarebbe da sprecar parole
in un mattino così limpido...

Buon Giorno Nuovo,

Marianna

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