giovedì 19 novembre 2015

L'arco e la freccia: è tempo di combattere!




La contemplazione è come la poesia: un lampo d'eterno nel frammento.
All'improvviso si coglie il barlume dello spirito nella materia.
Ed è anche una mèta non cercata.
Più ci si ostina a cercarla intenzionalmente più ce ne si allontana.
Questo non vuol dire che la tecnica (respirazione, centratura, rilassamento, discernimento dei pensieri, ripetizione del mantra ecc.) e quindi tutto ciò che è ascetica in quanto tensione positiva al raggiungimento dell’incontro, non sia importante e utile.
‘Il ruolo del metodo è imparare ad aprire le porte a Colui che bussa’, scriveva Ballester.
Tutto serve.
Serve a creare un VUOTO.
Il punto è che questo vuoto non siamo noi a colmarlo. Non è in nostro potere.
E’ in nostro potere l’atto di volontà di rientrare in noi stessi e lasciarci trovare dal divino che ci inabita. L’ascesi appunto.
Nella fase finale della meditazione ‘si è trovati’.
Nel bellissimo libro di Herrigel, Lo zen e il tiro con l’arco, testo che consiglio a chiunque voglia conoscere in sintesi cos’è la mistica, viene descritto il modo in cui l’arciere riesce a tirare il giusto tiro e in seguito a centrare il bersaglio.
Quando non c’è tensione e si è semplicemente quello che si è, nel qui ed ora, allora la freccia ‘si’ tira, il bersaglio ‘si’ centra.
Quando si è, allora, solo allora ci si lascia incontrare dal divino, qualsiasi nome diamo al nostro Dio.
Esserci è la condizione indispensabile per ogni incontro: con noi stessi, con l’altro da noi e in noi, con Dio, il totalmente Altro e totalmente Dentro.
Quando ci siamo tutto può cambiare.
Tutto. Relazioni, esperienze, viaggi, permanenze, allontanamenti e ritorni, conquiste e perdite, contrasti e armonizzazioni, tutto diviene luogo d’incontro per l’appuntamento con la nostra verità profonda e in ultima istanza con Dio, compimento dell’essere.
La meditazione è questa scuola di presenza, di attenzione, di permanenza al qui ed ora, di risveglio al lampeggiamento costante del divino in tutte le cose.
Una piccola, piccolissima cosa capace di cambiare un giorno, una vita, il mondo.
Gli uomini e le donne che meditano sono l’esercito silente del Bene.
I meditanti, a qualunque latitudine appartengano, a qualsiasi religione facciano riferimento, di qualunque colore abbiano gli occhi, sono le sentinelle che annunciano l’aurora, mentre tutt’intorno è ancora notte.
Di loro il mondo ORA e QUI ha bisogno.
Coraggio, andiamo a risvegliare l’aurora!
Ognuno al suo posto.
E’ tempo di combattere.


3 commenti:

  1. Restiamo vigili ... in tensione ... con intenzione ... con inflessibile intento. Grazie Marianna per la tua grande costante vigile attenzione. maddalena

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