Il cerchio perfetto si chiude o non si chiude?
Un tempo, per me, non dovevano esserci crepe.
La mia guida un giorno mi disse:
"Lascia alle crepe la libertà d'esserci".
Mi ci sono voluti tanti anni per accettarlo.
Anni di ricerca di perfezione, in me, nelle relazioni, nelle cose... anni di ricerca di chiusure in 'e vissero insieme felici e contenti'.
Con me, l'altro, le cose, le situazioni...
E poi, un giorno, ho cominciato a vedere
oltre le crepe.
Dove mi avevano condotta le crepe?
Così cominciai a lasciare che le crepe fossero crepe, che le persone amate non tornassero a braccia spalancate, che le situazioni fossero ingarbugliate, che le cose si rompessero.
Comincio ogni giorno.
E a volte, magari in un sogno notturno, ancora l'inconscio manifesta il cammino da fare e mi ritrovo in situazioni passate in cui avrei solo voluto un abbraccio di 'ritorno per sempre' e comprendo di essere sempre principiante nell'accoglienza della Vita così come è.
Una cara amica del Medit-ire, in questi giorni, mi ha donato un grande insegnamento:
"Quel che avviene, conviene".
Le crepe sono vie.
Per riposare nell'essenziale, oggi, qui, ora,
occorre smettere di controllare, perfezionare.
È necessario
essere
in quel che c’è
così
come è.
E farne la nostra opportunità.
Quante opportunità manchiamo
per incapacità di vedere
l'essenziale
a cui conducono le falle della nostra storia?
... ... ...
Buon Ottavo Giorno,
buon Giorno della libertà d'essere
pienamente noi!
Con amore,
Marianna
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