martedì 17 dicembre 2019
mercoledì #riposa nell'essenziale
‘Più aumentano gli stimoli, più si alza la soglia di stimolazione, ovvero si percepisce sempre meno’.
(Santa Ildegarda, Guarigione del corpo e dell’anima, a cura di H. Strickerscmidt)
Abbiamo detto più volte che il nostro viaggio è attraverso il corpo che siamo, per riconoscere in esso la mappa della nostra realizzazione.
Questo corpo ha diverse porte e le prime, le più semplici da riconoscere sono i sensi. A loro volta i sensi sono porte esterne per entrare nei sensi interni.
Ciò che principalmente ci orienta al fine della nostra vita, che è la Gioia, sono i sensi… altresì essi sono, spesso, proprio ciò che dalla Gioia ci distoglie.
Il punto è che non ci prendiamo cura di essi, non affiniamo la nostra capacità di percezione: va bene tutto!
Va bene qualsiasi cibo, qualsiasi immagine, qualsiasi suono, spesso non abbiamo attenzione agli odori, alle più svariate materie di cui è fatto il mondo: tutto è gettato a casaccio nel grande calderone della nostra razionalità o al massimo della nostra emotività.
E’ dunque necessario una educazione dei sensi, o meglio una rieducazione, perché alcune capacità sono innate e poi le perdiamo via via. (Es. un bambino sa usare i sensi per giore!)
Il nostro desiderio di Gioia spesso lo appaghiamo con un maggior numero di stimoli: viaggi, incontri, programmi tv, libri, musica ecc. Tutte queste cose sono nulla se prima non abbiamo il gusto per poterne godere! Io posso pure andare nel luogo più bello del mondo e non trarre da questo la Gioia, ma accumulare solo un’altra esperienza.
La forma sensuale più chiara di quanto vado dicendo è il cibo. Santa Ildegarda di Bingen, monaca e naturopata (1098-1179 d.C.) diceva che la scelta del cibo e la sua quantità devono essere misurate con il termometro della Gioia.
Quante volte il cibo è scelto per velocità o perché la pubblicità ce lo ha propinato talmente tante volte che ‘lo dobbiamo assaggiare’? Quante volte abbiamo attenzione a che il pasto sia, per noi e per chi con noi lo condivide, un momento di Gioia? Un semplice esempio che potrebbe essere fatto per tutti gli altri sensi.
Tuttavia, se per il gusto possiamo decidere, per la vista al limite possiamo chiudere gli occhi, per il tatto scegliere di toccare o no, per l’olfatto possiamo al limite tapparci il naso, per l’UDITO questa scelta personale non sempre è possibile.
E’ l’UDITO, nel terzo campo dell’uomo, quello del cranio, il Seme di accesso alla relazione con la Trascendenza, con Dio.
Ma come posso ascoltare il Trascendente, Dio, se non so neanche ascoltare il brusio dell’ape?
Una rieducazione all'ascolto deve ripartire non solo dal suono della vita, ma anche da parole, dette a sè e agli altri, che conservino la nostra responsabilità, ovvero rispondano Vita alla Vita.
Oggi
fa riposare il tuo ascolto
in ciò che è essenziale.
Dall'ascolto nutri le tue parole perché
'siano migliori del silenzio'
e creino Vita.
Buon Giorno Nuovo,
Marianna
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