sabato 31 marzo 2018

Chi sono io?


Carissimi amici del Medit-ire,
la festa che oggi la cristianità celebra è, non solo il centro della fede dei credenti,
ma una mappa per l'identità umana.

Nel Cristo ogni uomo scopre la via verso il compimento.
Nuovo Adamo, Gesù di Nazareth riconduce l'umano
nel centro dell'Eden, il luogo dell'Io Sono.

Per comprenderlo dobbiamo andare con la memoria
al mito biblico di Genesi, ai capitoli 1, 2 e 3.
In essi viene narrata, in un linguaggio altamente simbolico,
la storia dell'umano, maschile e femminile.
È il grande racconto dell'identità.

✔Un'identità declinata nella relazione con il creato:
ogni uomo che viene nel mondo è chiamato a "custodire e coltivare",
ovvero a far evolvere e a difendere, l'intera creazione.
Esseri viventi,  specie vegetali...
Il creato è luogo di compimento per l'umanità.

✔Nella relazione con l'altro:
in queste pagine si trova il canto d'amore dell'umanità nascente...
"Essa è osso dalle mie ossa,
carne dalla mia carne".
L'altro è luogo di compimento per me, nella condivisione come nell'opposizione.

✔Nella relazione dell'umanità con la propria consapevolezza,
con il proprio universo interiore,
rispetto al quale non saprà porsi in sincero ascolto,
divenendo così  "ladra di divino"
anziché accogliere il proprio compimento nella gradualità della propria storia.

✔Nella relazione con Dio.
Il racconto biblico narra del passeggiare dell'umanità,
nel soffio del grande respiro divino, in compagnia di Dio stesso.
Una scena mozzafiato!

L'Eden è simbolicamente proprio il luogo della comunione profonda dell'umanità
con il creato, l'altro da sé, con se stessa e con Dio.
In queste relazioni è la via verso il compimento.

Ma, come sappiamo anche per vago ricordo,
l'umanità esce volontariamente da Eden (Dio non fa che ratificare una decisione)
per cercare a modo suo di divenire Dio.

Ed ecco il Cristo: egli si fa nuova strada verso l'Eden,
riconducendo ogni uomo alla propria identità
che è divina.

Dopo Gesù di Nazareth, il Cristo,
ogni uomo
è il luogo del tutto possibile.

Tu, io, siamo nuovamente in Eden, il luogo dell'Io Sono
e la vita è risorta. Per sempre.

Pasqua è questo ritorno all'identità originaria,
al possibile di Dio
nell'impossibile dell'uomo.

E allora il mio augurio è che possiamo davvero vivere all'altezza della nostra identità,  che possiamo camminare da risorti nelle nostre vicende,
che possiamo ritrovare nel creato e nell'altro il nostro luogo di compimento e
che, infine, Dio sia intimo a noi come il respiro.
Il grande respiro divino che è dentro ogni mio respiro.

Buona Pasqua,  buon passaggio dall'impossibile al tutto possibile.

Con amore,

Marianna



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