Ci sono passaggi nella vita in cui ci sentiamo alberi sfrondati o addirittura abbattuti.
Ci sembra di non sentire più l'energia della Vita scorrere dalle radici alla sommità.
Non sentiamo il canto degli uccelli, che pur c'è, trovare risonanza tra i nostri rami.
Il vento e il sole
sembra abbiano smesso di nutrirci.
Non ci riconosciamo più nella nostra forma e nessuno sguardo fuori sembra riconoscerci.
Sono i tempi-seme.
I tempi-seme sono duri come corteccia e dolorosi, perché questa santa corteccia deve spaccarsi per compiere la sua opera.
E quando si spacca, quella ferita ha l'opportunità di trasformarci completamente.
Il tempo-seme ci trasforma in un albero.
Il piccolo si compie nel grande, ma solo se la resa alla sua piccolezza è stata reale, se ha toccato tutte le sfumature dell'umano.
Se non lo ha fatto, lo farà, magari con tempi più lunghi.
Perché restiamo, anche quando di noi non c'è che un ramoscello sbattuto dalle intemperie,
alberi di Vita.
Benedici i tempi-seme.
Benedici coloro che in quei tempi sono stati vanga dolorosa o concime di sostegno.
Non importa: ogni cosa è qui per te, perché tu evolva fino al compimento.
Un Giorno, dall'alto del monte del tuo cammino,
guarderai quel che è stato e lo benedirai
perché ti ha portato dove sei, come sei.
Sii seme, sii albero,
sii ciò che ora la Vita ti chiede d'essere e
non disperare,
ma spalanca le tue porte dell'essere
al miracolo di ogni istante.
Buon Giorno Nuovo,
Marianna
N.B. Se vuoi ritrovare la strada verso
L'ALBERO DI VITA CHE SEI
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